Il caffè protegge dai danni dell'alcol
Il caffè è in grado di proteggere il fegato di chi abitualmente beve bevande alcoliche. In passato, notizie di questo tipo erano già state date, un nuovo studio riesamina da altri punti di vista il legame fra caffè ed effetti protettivi verso alcune patologie tipiche dei forti bevitori come la cirrosi. Precedentemente, una ricerca della durata di quattro anni condotta dal Prof. G. Corrao del Dipartimento di statistica dell'Università degli Studi di Milano- Bicocca, aveva evidenzino come il caffè contrastasse l'attività negativa dell'alcool confermando una relazione inversa tra il consumo abituale di caffè e il rischio di cirrosi epatica.
Sulle pagine degli Archives of Internal Medicine, sono stati pubblicati i risultati di una nuova ricerca che mette in relazione gli effetti "benefici" del caffè sulle persone che abitualmente bevono alcolici. Durante uno studio, coordinato da Arthur Klatsky del Kaiser Permanente Medical Care Program (Hawaii), sono stati seguiti per 20 anni circa 126.000 volontari, i dati raccolti hanno confermando quanto già evidenziato da altre ricerche di durata inferiore e da molteplici studi che avevano effettuato una revisione di numerosi dati sull'argomento.
I ricercatori hanno riscontrato che i volontari che consumavano una tazzina di caffè al giorno, presentavano una riduzione del rischio di cirrosi intorno al 22 per cento, nei casi in cui le tazzine consumate in un giorno erano due - tre, si registrava un'ulteriore riduzione delle possibilità di cirrosi (-40 per cento), nei casi in cui le tazzine consumate erano invece quattro il rischio si riduceva addirittura dell'80 per cento.
Durante lo studio condotto da Arthur Klatsky, è stato esaminato anche l'effetto del tè, un'altra bevanda ricca di caffeina. In base ai dati raccolti, i ricercatori ritengono che non sia la caffeina a proteggere il fegato dagli effetti dell'alcol, questo perché il tè non ha mostrato la stessa capacità protettiva. In precedenza si pensava che la chiave di tutto risiedesse nella caffeina, dopo alcune ricerche italiane però si è iniziati a dubitare e questi nuovi dati sembrano sfatare definitivamente le doti date un tempo alla caffeina. Per il momento, non si sa ancora esattamente quale sia la sostanza che svolga quest'azione protettiva anche se si suppone che i responsabili siano i diterpeni, particolari anti-ossidanti. Di sicuro la bevanda nera sarà al centro di ulteriori studi per cercare di comprenderne il segreto.
Gli esperti mettono in ogni caso in guardia, questi studi non devono essere visti come un incoraggiamento ad eccedere con certi alimenti o bevande solo perché in seguito a determinati dati si sono evidenziate certe caratteristiche. Adolfo Francesco Attili, Ordinario di Gastroenterologia presso l'Università di Roma La Sapienza, evidenzia come troppi caffè possono dare disturbi come tachicardia e difficoltà nell'addormentarsi. Queste ricerche hanno l'obiettivo di individuare quali sostanze svolgono delle azioni benefiche sull'organismo per poter creare in futuro delle cure efficaci senza effetti collaterali.
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