Il ciuccio interferisce con l'allattamento
Il ciuccio, solitamente usato per calmare i bambini, potrebbe interferire sull'allattamento al seno.
Una studio condotto dal Telethon Institute for Child Health Research in collaborazione con il Centro australiano per la cura infermieristica, Western Australian Centre for Evidence Based Nursing, ha evidenziato che l'uso del ciuccio riduce la durata dell'allattamento al seno. Questa situazione implica una riduzione del nutrimento esclusivo con latte materno, molto importante nei primi mesi di vita del bambino.
Se però da un lato si è riscontrato questa interferenza fra allattamento e uso del ciuccio, c'è anche da dire che questo accessorio riduce il rischio di morte in culla, conosciuta anche come sindrome da morte improvvisa (SMI). Il meccanismo che porta a una riduzione del SMI non è stato però ancora compreso.
Una tesi non confermata scientificamente, è che il ciuccio potrebbe diminuire la possibilità di apnea, inoltre potrebbe ridurre il rischio di posizioni pericolose durante il sonno come quella prona.
I ricercatori, che hanno riesaminato anche numerosi studi precedenti, hanno quindi ottenuto dei risultati "misti", da un lato i benefici che portano a una riduzione della sindrome da morte improvvisa, dall'altro un'interferenza sull'allattamento.
Secondo gli esperti, considerando i benefici del late materno, il ciuccio non andrebbe usato, o meglio, andrebbe usato moderatamente. Un uso saltuario del ciuccio non ha evidenziato conseguenze particolari per l'allattamento al seno, inoltre bisogna considerare che i casi di sindrome da morte improvvisa sono rari.
Un'altra controindicazione di un abuso del ciuccio è legato ai denti. Durante la crescita, un uso eccessivo può portare a una malformazione e quindi la necessita di usare in seguito degli apparecchi odontoiatrici che ridiano la forma corretta alla dentatura.
Cosa è la sindrome da morte improvvisa (SMI) ?
La sindrome da morte improvvisa, conosciuta anche come "morte in culla" o "morte bianca", non ha ancora una spiegazione pur essendo stati esaminati numerosi casi. L'età maggiormente a rischio va dai 2 ai 4 mesi, il 90% delle vittime ha solitamente meno di 6 mesi.
I dati relativi ai paesi occidentali danno un'incidenza dei casi intorno allo 0,5 / 1,5 per mille dei nati vivi. Pur non essendo note le cause, ci sono determinate procedure comportamentali che sono associabili a una diminuzione delle possibilità che si verifichi.
Ecco alcune delle precauzioni che i genitori possono seguire:
Durante il sonno il bambino deve dormire in posizione supina, con la pancia rivolta verso l'alto.
Evitare di fumare e assumere droghe durante la gravidanza e in presenza del neonato.
Evitare abbigliamenti ed ambienti troppo caldi.
Evitare spazi vuoti tra il materasso e il lettino, materassi morbidi e cuscini, coperte e qualsiasi cosa posa coprire il viso del bambino impedendone una respirazione corretta.
Bisogna far dormire il neonato nella stessa camera dei genitori, ma non nello stesso letto.
Approfondimenti sull'argomento
Cerca nel sito
Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca