Un miraggio nel deserto
Marte ha mai visto scorrere l'acqua? E' la domanda che in questi ultimi anni sta dividendo a metà la comunità scientifica. Da una parte c'è chi è sicuro, o quasi, che in un lontano passato sul pianeta rosso ci fossero fiumi, laghi e forse anche vegetazione. Dall'altra c'è chi invece ritiene trattarsi solo di un abbaglio. Non ultimi un gruppo di astronomi dell'Università di Melbourne, la cui ultima teoria, resa nota in questi giorni, schiaccia impietosamente sogni e illusioni. Gli scienziati australiani hanno studiato alcune zone della superficie marziana, concentrandosi in particolare sul cratere Hellas, largo 2000 chilometri e vecchio di oltre 3 miliardi di anni. Questa regione presenta parecchi canali scavati nel terreno e ritenuti possibili letti di antichi fiumi. La loro teoria esclude però che a scavarli sia stata l'acqua. Si sarebbe trattato piuttosto di improvvise inondazioni di detriti rocciosi trasportati da torrenti di anidride carbonica. Il sottosuolo del pianeta presenta in effetti notevoli quantità di anidride carbonica ghiacciata. Questa, quando i vulcani erano in piena attività , entrava spesso in contatto con la lava incandescente. Sciogliendosi si sarebbe espansa violentemente, facendo franare il terreno circostante e dando origine a fiumi di anidride carbonica liquida pieni di detriti rocciosi. Proprio il loro scorrere avrebbe pian piano scavato i canali oggi osservati. Con una tale spiegazione l'acqua marziana sembrerebbe proprio un miraggio. Ma c'è da giurare che i suoi sostenitori faranno presto sentire la loro versione.
Luca Nobili
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