Supernova devastatrice
Gli scienziati da tempo avvertono sul pericolo che potrebbero scaturire dall'esplosione di una supernova. Si pensa che con l'assottigliarsi dell'ozono nell'atmosfera i raggi ultravioletti possano in qualche modo distruggere i microrganismi marini. In realtà gli astrofisici e in particolare Narciso Benitez dell'University John Hopkins sono convinti che questo in passato sia già accaduto provocando parecchie estinzioni. Questa teoria è stata dettagliatamente esposta sul "Physical Review Letters" e confermata dalla quantità di ferro trovato in alcuni strati sedimentari. A supportare questa tesi ci sono anche i paleontologi, pensano che l'estinzione degli animali marini del periodo del Pliocene e Pleistocene avvenne a causa di una grande supernova che uccise con dosi massicce di raggi ultravioletti tutti i piccoli organismi marini sconquassando l'ecosistema. Benitez punta in maniera particolare sul provare che non fu un'unica supernova a creare il disastro ma una concatenazione di esplosioni, avente come protagonista almeno due supernove. La zona del cosmo dove si pensa sia potuta avvenire l'esplosione si chiama "Bolla Locale", questa zona è densa di plasma caldo ed ha un diametro di ben 490 anni luce, a quel tempo distava 130 anni luce, mentre ora è più distante per via della rotazione del cosmo. Le esplosioni hanno lasciato una traccia evidente nello strato terrestre risalente a quel periodo, un deposito di ferro-60.
Definizione di supernove:
La supernova di tipo 1: sono ritenute esplosioni stellari generate in sistemi binari in cui uno dei componenti è una nana bianca. La nana bianca avendo forza di gravità maggiore della compagna attrae tutta la materia dall'altra stella che solitamente è una gigante rossa, fino al punto in cui si genera un'esplosione.
La supernova di tipo 2: Sono le esplosioni di stelle arrivate al termine della loro vita.
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