Operazione polvere di stelle
La missione Stardust è partita nel 1999, la sonda ha l'ordine di catturare frammenti di materia interstellare, come polveri e detriti di cometa. Nel 2004 passerà una cometa che inevitabilmente lascerà una scia di detriti, la sonda dovrà riuscire a recuperare del materiale per essere poi studiato sulla Terra. Questi giorni però la sonda ha rischiato di essere danneggiata in maniera seria da una tempesta di particelle, di passaggio nella sua zona. La sonda Stardust, dista a circa 200 milioni di chilometri dal Sole, con una velocità di 20.000 chilometri l'ora, la tempesta che l'ha investita era di particelle d'energia, causata dal Sole, dopo una potente eruzione creatasi sulla superficie. Questa esplosione è la quarta in ordine di potenza dal 1976, circa 100.000 volte più grande delle solite esplosioni solari. Il rischio era quello di perdere le delicate apparecchiature ottiche che permettono alla navicella di orientarsi nel cosmo, e di fotografare oggetti interessanti per le ricerche. L'ondata di particelle solari ha attivato l'autodifesa della sonda che si è automaticamente messa in modalità d'attesa proteggendo i suoi punti ottici molto delicati. Solo dopo alcuni giorni si è automaticamente riavviata con tutto il sistema ancora perfettamente funzionante. Alla Nasa hanno potuto tirare un sospiro di sollievo, evitando l'ennesima rottura di sonde spaziali.
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