Troppo sale nella dieta fa aumentare la pressione
Per evitare che la pressione aumenti bisogna limitare il sale nella nostra alimentazione, un consiglio dato anche dalla Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa. Numerosi studi hanno già dimostrato questa relazione e una nuova conferma arriva da una ricerca condotta dall'Istituto di Scienze dell'Alimentazione (ISA) del CNR e dal Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università Federico II di Napoli. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Hypertension (Luglio 2007).
Gli esperti hanno notato che lo sviluppo di ipertensione arteriosa era nettamente più frequente in quei pazienti che presentavano una maggiore sensibilità agli effetti pressori del sale assunto con la dieta, nel dettaglio si è riscontrato che l'ipertensione arteriosa si è sviluppata nell'88 per cento dei casi più sensibili contro il 50 per cento di quelli restanti.
I nuovi dati sono frutto di una ricerca condotta nell'ambito dell'Olivetti Heart Study, uno studio longitudinale sui fattori di rischio per le malattie cardiovascolari coordinato dal professor Francesco Strazzullo del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università Federico II di Napoli.
Gianvincenzo Barba, ricercatore dell'Isa-Cnr e primo autore dello studio, spiega che nel 1987, durante uno dei periodici controlli previsti per l'Olivetti Study, era stato identificato un gruppo di pazienti che, pur con valori ancora nella norma, mostravano una differente risposta pressoria al sale alimentare. Si era riscontrato che in alcuni casi, il passaggio dalla dieta 'abituale' (in Italia molto ricca in sodio, anche rispetto alla media europea) a quella iposodica era associato ad una riduzione della pressione arteriosa molto maggiore di quella osservata negli altri partecipanti. Ulteriori analisi evidenziarono che in quegli stessi soggetti l'eliminazione urinaria del sodio alimentare in eccesso avveniva al prezzo di valori pressori più elevati ma non solo, si riscontro anche un aumento del lavoro dei reni.
I ricercatori tengono comunque a precisare che non bisogna credere che l'eccesso di sale nella dieta sia pericoloso per alcuni ma non per altri. In base a questo studio si è dimostrato che il diverso grado di sodio-sensibilità influisce più che altro sui tempi di sviluppo dell'ipertensione, ci sono però numerosi documenti scientifici che evidenziano che una dieta ricca in sodio è un fattore di rischio per tutti.
In Italia si consuma molto più sale del necessario, in media dai 10 ai 14 grammi a testa al dì, una dose molto più alta rispetto a quella consigliata dall'Oms che è fissata in 5 grammi al giorno. Una dieta troppo ricca di sale può favorire, in particolar modo in persone predisposte, l'instaurarsi dell'ipertensione arteriosa. Per prevenire o ridurre questo rischio è quindi consigliabile ridurre le quantità di sale. Alcune ricerche che hanno analizzato le popolazioni che consumano abitualmente meno di tre grammi di sale al giorno hanno rilevato che i casi d'ipertensione erano molto rari.
Abituarci a mangiare con meno sodio non può che giovare alla nostra salute, alcuni studi hanno anche dimostrato che una riduzione di sale protratta per almeno 18 mesi fa calare l'incidenza di malattie cardiovascolari e ictus del 25 per cento a prescindere dalla pressione sanguigna iniziale, dall'età, dal sesso, dal peso corporeo, da altre abitudini e fattori di rischio.
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