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Pap-test per la diagnosi del tumore alla cervice con Snom e Ir-Fel

Pap-test: diagnosi del tumore alla cervice

Il Pap-test, un esame diagnostico utile per individuare il tumore alla cervice uterina, diventa ancora più preciso se si adopera lo Scanning near-field optical microscopy (Snom) in abbinamento all'Infrared free electron laser (Ir-Fel). Il Pap-test è un esame di screening, da effettuare con cadenza periodica una volta superati i 25 anni, che prevede il prelievo di alcune cellule dal collo dell'utero e dal canale cervicale per poi essere analizzate in laboratorio. Questo programma di screening permette di individuare precocemente il secondo tipo di cancro più diffuso tra le donne, al primo posto troviamo infatti il tumore alla mammella. Un gruppo di ricercatori italiani, del Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ism-Cnr) di Roma Tor Vergata, in collaborazione con alcuni colleghi di altri Paesi, hanno messo a punto una tecnica (Snom-Ir-Fel) in grado di individuare precocemente i primi segni della neoplasia (un aumento della sintesi di proteine, lipidi e acidi nucleici che sono una pre-condizione per la rapida proliferazione delle cellule tumorali). I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Scientific Reports (Imaging cervical cytology with scanning near-field optical microscopy (SNOM) coupled with an IR-FEL - Doi: 10.1038/srep29494).

Antonio Cricenti, ricercatore presso l'Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ism-Cnr), spiega che nel corso dello studio è stato dimostrato che la combinazione dello Scanning near-field optical microscopy, un microscopio ottico a scansione a campo vicino, con un Infrared free electron laser, un laser a elettroni liberi a raggi infrarossi, permette di individuare molto precocemente il tessuto sano da quello dove è presente il carcinoma, inoltre, la tecnica permette di ottenere delle informazioni chimico fisiche molto importanti per il rilevamento di anomalie delle cellule del collo dell'utero e per la diagnosi del cancro a risoluzioni spaziali anche minime (dell'ordine dei 0.2 micron). L'esperto evidenzia inoltre che la tecnica Snom-Ir-Fel può essere adoperata per individuare eventuali biomarcatori all'interno delle cellule al fine di comprendere meglio lo sviluppo del cancro, una risorsa che aiuta a migliorare la comprensione dello sviluppo del tumore e può aiutare a identificare le esatte posizioni nelle quali agire con un'eventuale terapia oncologica.

L'integrazione al microscopio Snom di un microscopio ottico invertito, che utilizza una sorgente di luce dall'alto anziché dal basso come nel consueto microscopio, permette inoltre di scansionare e ottenere le immagini delle cellule cervicali. Negli ultimi cinque anni, il progetto è stato finanziato in Gran Bretagna dal Science and Technology Facilities Council (Stfc), la Engineering and Physical Sciences Research Council (Epsrc) ha di recente approvato una nuova programmazione e a breve si inizierà a lavorare alla costruzione di un'altra sorgente di radiazione infrarossa.

Pap-test e tumore alla cervice uterina

Sebbene il tumore alla cervice uterina è la seconda forma di cancro più diffusa tra le donne, se si osservano i dati relativi alla mortalità esso rappresenta la prima causa di morte per neoplasia ginecologica. Circa la metà dei casi si registra nelle donne con un età compresa tra i 35 e i 55 anni, è per questo motivo che lo screening del tumore del collo dell'utero (che prevede l'esecuzione di un Pap test) è rivolto a tutte le donne con un'età compresa tra i 25 e i 65 anni.

Il test andrebbe eseguito periodicamente a partire dai 25 anni, sotto questa età, sebbene le infezioni da Papillomavirus (una delle cause del tumore alla cervice) sono più frequenti, nella maggior parte dei casi l'infezione regredisce spontaneamente. Lo screening si blocca inoltre superati i 65 anni perché se la donna è risultata negativa al Pap-test fino ad allora, si può escludere un rischio per la neoplasia anche negli anni futuri visti i tempi di sviluppo molto lenti. L'adesione allo screening tra i 25 anni e i 65 anni è molto importante, una diagnosi precoce permette di trattare la malattia nella sua fase iniziale, un periodo dove le probabilità di guarigione sono più elevate.

Quando arriva la prima lettera per il Pap-test dalla propria azienda sanitaria, molte donne sono preoccupate per l'esame perché spesso non sanno di cosa si tratta. L'esame non è né pericoloso né doloroso (al massimo si può provare lo stesso disagio che si prova per una visita ginecologica), può essere eseguito anche dal ginecologo in ambulatorio durante le visite di routine. Durante la visita viene prelevato del materiale genetico mediante due procedure: prima, con un movimento delicato, si ruota la spatola di Ayre sul collo dell'utero, successivamente si introduce un tampone o uno spazzolino (cytobrush) nel primo tratto del canale cervicale. Il materiale così raccolto viene successivamente strisciato e fissato su un vetrino per poi essere analizzato da uno specialista citologo. Il Pap-test non richiede nessuna preparazione e può essere effettuato anche durante il periodo della gravidanza (non ci sono infatti problemi ne per il bambino ne per il decorso della gravidanza stessa).

Se il Pap-test è positivo, il ginecologo dovrà effettuare una colposcopia, un esame che fornisce una visione ingrandita del collo dell'utero attraverso una specifica lente. Successivamente, si valuterà se è il caso di eseguire una biopsia. Nelle situazioni in cui l'esame istologico conferma la presenza di una lesione precancerosa, si può procedere anche ambulatorialmente all'asportazione chirurgica previa anestesia locale. Il ricorso alla chirurgia non è però sempre necessario, alcune lesioni pretumorali (quelle più semplici) potrebbero regredire spontaneamente.


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