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Linguaggio bambini: già a 3 mesi capiscono regole complesse

Linguaggio bambini: già a 3 mesi capiscono

Lo sviluppo del linguaggio dei bambini inizia prima di quanto si possa pensare. Molto prima di compiere i primi passi, già a tre mesi di età, i neonati riescono a comprendere alcune regole complesse del linguaggio meglio di quanto riescano a fare gli adulti. La scoperta è stata fatta presso il Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia (Germania). I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista PNAS (Auditory perception at the root of language learning - doi: 10.1073/pnas1204319109 - Settembre 2012).

I ricercatori tedeschi, sfruttando l'elettroencefalogramma, hanno studiato i meccanismi uditivi dell'apprendimento linguistico nei neonati rilevando che, già a partire dai tre mesi, durante l'ascolto sono in grado di imparare i fondamenti del linguaggio come le relazioni tra le sillabe nel parlato. Una capacità superiore a quella degli adulti in quanto questi ultimi riescono a riconoscere le stesse dipendenze solo quando si chiede loro di "osservarle". I dati raccolti sono molto importanti perché forniscono nuove informazioni sullo sviluppo del linguaggio nei bambini.

Fino a questo momento si pensava che gli adulti possedessero delle capacità di apprendimento del linguaggio più sofisticate dei bambini. I dati raccolti hanno però dimostrato che un bambino di tre mesi possiede delle abilità di apprendimento, per quanto riguarda l'estrazione di regole complesse dal linguaggio parlato, superiori rispetto agli adulti.

Per valutare il grado di comprensione dei bambini, i ricercatori hanno monitorato l'attività celebrale attraverso l'elettroencefalogramma (ECG) mentre gli facevano ascoltare una serie di sillabe. Il test, della durata di 20 minuti, prevedeva l'ascolto di coppie di sillabe divise da una terza sillaba (una struttura sintattica tipica del linguaggio naturale presente anche in determinati costrutti grammaticali).

La dott.ssa Jutta Mueller, prima autrice dello studio, spiega che se si prende ad esempio la frase "il bambino spesso sorride", il suffisso "e" della terza persona si riferisce al sostantivo "bambino". Nello studio, questo si rifletteva nell'uso associato di combinazioni come "le" e "bu" in sequenze come "le-wi-bu". Nella serie di sillabe fatte ascoltare ai bambini ogni tanto erano inserite delle combinazioni differenti, come ad esempio "le-wi-to", dove una delle sillabe non era pertinente; in questi casi, grazie all'uso dell'elettroencefalogramma, si osservava che i bambini riconoscevano questa violazione della regola.

A differenza dei bambini, gli adulti "reagivano" alle violazioni della regola solo quando si chiedeva loro in modo specifico di osservare le dipendenze tra le sillabe. Sembra quindi che l'abilità di riconoscimento automatico si perde in età adulta. Secondo i ricercatori questi dati spiegherebbero perché per i bambini sia più semplice, rispetto agli adulti, apprendere le lingue più velocemente. Il prossimo passo sarà quello di studiare se le differenze mostrate dai bambini nella risposta ai cambiamenti di tonalità e nella capacità di imparare le regole possano avere delle influenze sullo sviluppo linguistico.


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