Rischio cardiovascolare e fratelli

Se si ha un fratello o una sorella con problemi cardiovascolari, c'è il 45 percento di probabilità di poter essere soggetti a patologie analoghe. Questa relazione è stata evidenziato in uno studio, il Framingham Heart Study condotto nel Massachusetts, i risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of the American Medical Association.
La ricerca è stata condotta su un numero elevato di soggetti scremando però le persone che non avevano determinate caratteristiche. Il campione esaminato aveva un età superiore ai trent'anni, in famiglia avevano almeno un fratello o una sorella e non erano affetti da cardiopatia.
Tutte le persone scelte per la ricerca sono state tenute sotto controllo per un periodo di otto anni, durante questo periodo si sono registrati 329 casi legati a patologie cardiovascolari. Tenendo in considerazione tutti gli aspetti di ogni singolo soggetto, si è notato un aumento del rischio di patologie cardiovascolari pari al 45 per cento in quelle situazioni in cui il paziente aveva un fratello o una sorella che ha sua volta presentava una malattia cardiovascolare.
In passato, altri studi avevano evidenziato un legame fra problemi cardiovascolari in uno dei due genitori e maggiori possibilità di verificarsi un evento analogo nei figli. La percentuale riscontrata in questo nuovo studio è molto più elevata. Non è ancora chiaro però il motivo che porta la malattia in un fratello ad essere più significativa come fattore di allarme per possibili problemi cardiovascolari rispetto a una patologia riscontrata nei genitori.
Joanne Murabito, uno dei coordinatori del progetto, ha evidenziato l'importanza di questa scoperta in quanto fino a questo momento, il nuovo fattore di rischio calcolato intorno al 45%, ha un impatto ancora maggiore degli altri fattori di rischio tradizionali.
Questo studio mostra come sia molto importante un'informazione accurata sulle malattie cardiovascolari in famiglia. Grazie a queste informazioni, si possono attuare delle forme di prevenzione mirate, inoltre, in futuro, grazie alle tecniche post-genomiche si potranno curare i pazienti in base al proprio Dna creando delle terapie "personalizzate".
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